In qualità di Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Campobasso, ho espresso voto contrario al bilancio consuntivo 2017 dell’ENPAM, approvato sabato 28 aprile nel corso dell’Assemblea Nazionale dell’Ente (162 voti favorevoli, 2 astenuti e 3 contrari). Come di consuetudine, ho cercato, nei giorni precedenti, di documentarmi  leggendo la relazione dell’ENPAM e due consulenze ad hoc, pervenute a tutti i Presidenti, commissionate dagli OMCeO di Piacenza e Ascoli Piceno.

La relazione del consulente dell’Ordine di Piacenza, Dott. Massimo D’Amato, ribadisce alcune delle critiche già avanzate negli anni passati, in particolare “per l’utilizzo di criteri non sufficientemente prudenziali nella redazione del bilancio”. “La gestione del patrimonio che emerge dai dati del bilancio – scrive – continua a essere poco chiara e intellegibile, e resta difficile distinguere quanto di positivo e quanto di negativo vi sia stato nella gestione”. “Permangono zone d’ombra che meriterebbero chiarimenti”, in particolare “se ci si debba aspettare un ulteriore anticipo della gobba del deficit previdenziale”. Tra le criticità evidenziate da D’Amato quelle relative alla valutazione degli immobili, al mancato accantonamento di alcuni costi e alla redditività del parco immobiliare: “Oltre a non esservi alcuna redditività del parco immobiliare, esso non viene ammortizzato, senza considerare le spese del personale addetto alla gestione del recupero crediti dei canoni impiegati e i canoni non più incassabili”. Ulteriori dubbi vengono espressi sulla società partecipata ENPAM REAL ESTATE (gestione patrimonio immobiliare) – in riferimento alla quale si chiede “quali siano i benefici portati alla Fondazione dal mantenimento in vita della società e perché gli immobili non vengano gestiti direttamente dalla Fondazione” – e sulla gestione degli investimenti obbligazionari. “Il vero segnale di allarme – afferma D’Amato commentando il bilancio – risiede nel differenziale tra le entrate e le uscite previdenziali. A fronte dell’aumento dei pensionati e delle pensioni erogate, l’aumento del numero di iscritti paganti è proporzionalmente molto inferiore, e solo grazie alla maggiore contribuzione individuale sono aumentati gli incassi”. “Sia numericamente sia a valore – prosegue – i pensionati stanno crescendo molto più degli iscritti e le pensioni erogate in percentuale aumentano molto più in fretta dei contributi incassati. Il patrimonio ENPAM, di 19.739ml., può coprire le attuali pensioni per poco meno di 13 anni. Questa copertura è identica a quella già indicata nel 2016 e nel 2015, e questo non è un segnale positivo. L’utile previdenziale non ha accresciuto le annualità di copertura futura delle pensioni”. “La redditività ritratta dalla gestione del patrimonio – conclude – è ben poca cosa che non garantisce da sola le future pensioni e in tale ottica ci si deve ricollegare alla manifestata preoccupazione per l’anticipo della gobba del deficit previdenziale”. Nel suo intervento nel corso dell’assemblea, il Presidente dell’OMCeO di Piacenza Augusto Pagani, ringraziando il direttore generale Domenico Pimpinella e i tecnici della Fondazione ENPAM per le risposte alle osservazioni al bilancio, ha chiesto che vengano fornite tutte le informazioni ritenute utili all’esame del bilancio stesso evidenziate dal consulente: “Il Dott. D’Amato – ha detto Pagani – non ha mai affermato di aver trovato qualcosa di illegittimo nel bilancio, né io l’ho mai pensato, ma chiede maggiori informazioni su alcuni punti specifici per avere una valutazione non condizionata dalla mancanza di informazioni. La mia intenzione, come la vostra, è quella di tutelare gli iscritti che rappresento, e come voi ho a cuore la sostenibilità dell’Ente”. Pagani ha voluto sottolineare la “necessità di dare un positivo riscontro alle richieste di maggiori informazioni relativamente al bilancio e più in generale a ogni richiesta di informazioni che giunge dai portatori di interesse, cioè dagli iscritti e da chi li rappresenta, come noi, perché questo è scritto nel Codice Etico della Fondazione ENPAM e assunto come impegno assoluto per tutti gli amministratori e i dipendenti”. “Questo – ha aggiunto – è opportuno anche per mantenere all’interno di questa Assemblea la discussione sui problemi piccoli e grandi del nostro ente previdenziale e per evitare che, in carenza di risposte a richieste motivate e ripetute di informazioni e spiegazioni, qualcuno decida di andare a chiedere attenzione e risposte fuori di qui, come già successo pochi anni fa, cosa che non gioverebbe all’immagine della Fondazione”. Entrando nel merito del bilancio – approvato, evidenzia Pagani, per alzata di mano senza la verifica degli aventi diritto al voto nonostante esplicita richiesta del delegato di Ascoli Piceno dott. Benfatti – nel 2003 il ministro Maroni “aveva sollecitato una correzione delle regole contributive per evitare i rischi sulla sostenibilità dell’Ente correlati alla gobba pensionistica attesa nel 2020-2025”. Effettivamente già allora Alberto Oliveti, membro del CdA dell’ENPAM, avvertiva che nonostante i dati positivi era opportuno adottare adeguati provvedimenti per tutelare i futuri pensionati. La situazione era stata valutata a rischio anche dagli attuali consulenti dell’ENPAM, e il Presidente Parodi nell’autunno del 2003 inviò ai Presidenti di Ordine la relazione dello studio Orrù che consigliava urgenti provvedimenti”. “Nonostante l’avvertimento, tali provvedimenti non furono adottati fino a quando li impose la riforma Fornero; i dati di oggi sono il risultato dei cambiamenti decisi dall’ENPAM con la riforma del 2012. Se essa fosse stata attuata prima del 2012, la situazione oggi sarebbe più tranquilla e minori le conseguenze negative sui contributori attuali”. Anche i bilanci consuntivi 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015 e 2016, lo ricordiamo, non avevano ottenuto il voto favorevole dell’OMCeO di Piacenza e il Presidente Pagani aveva già espresso i medesimi giudizi critici.

La relazione del consulente di Ascoli, dott. Stefano Collina, evidenzia più o meno le stesse criticità.

Gli iscritti che vogliono documentarsi troveranno tutto il materiale negli allegati.

Purtroppo noi medici contribuenti non abbiamo le competenze necessarie per esaminare bilanci tanto articolati e così l’Assemblea nazionale solitamente svolge un ruolo passivo, limitandosi a ratificarli di volta in volta; sarebbe auspicabile che il CdA fosse composto in maggioranza da tecnici esperti e non da medici, ma tale istanza non è stata mai recepita nell’elaborazione dello Statuto dell’Ente. Aspettiamo futuri sviluppi vigilando per quanto di nostra competenza e valutando iniziative di altri OMCeO che si sono espressi negli ultimi anni in modo critico.

Carolina De Vincenzo

 

 

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