Disparità di genere, stilata la classifica mondiale del World Economic Forum (Wef) sul divario tra uomo e donna: Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda ai primi quattro posti, l’Italia registra un 84esimo posto nella classifica generale e il posto 82 per quanto riguarda i progressi in sanità.

Il rapporto 2023 sul divario tra uomo e donna esamina le aree cruciali in cui le disparità di genere in lavoro, istruzione, rappresentanza politica e salute. La graduatoria verifica la distanza in termini di opportunità tra uomo e donna in 128 Paesi, pari al 90% della popolazione mondiale. In termini generale prima dell’Italia troviamo Nuova Zelanda, Lettonia e Lituania (13esimo e 14esimo posto), Sri Lanka, Croazia e Sudafrica. Solo al trentunesimo posto gli Stati Uniti.

Nonostante i progressi rilevati in materia di partecipazione della forza lavoro femminile rispetto al 2022 rimangono scarsi gli indici di crescita per gli altri aspetti, tra cui la sanità: nella speciale classifica relativa ai parametri della salute l’Italia è all’82esimo posto. Se infatti la gran parte dei paesi passati in rassegna denota addirittura un aumento della disuguaglianza a danno delle donne, in Europa fanalini di coda sono Islanda e Danimarca (che invece nella classifica generale salgono la vetta) mentre ai primi posti ci sono Francia, Finlandia, Austria, Repubblica Slovacca e Lettonia.

Come riporta Adnkronos Salute nel report del recente evento romano ‘I grandi ospedali italiani’ tenutosi a Tor Vergata, la parità di genere a livello globale è una meta ancora molto lontana. Per l’OMS le donne rappresentano il 70% della forza lavoro nel campo della salute, ma solo il 25% è leader. Il 32,4% delle donne italiane occupate lavora part-time, contro solo l’8% degli uomini. Il tempo recuperato viene dedicato alla cura della casa e al caregiving familiare.

“Dobbiamo inoltre considerare che alle facoltà di medicina attualmente si iscrivono più donne che uomini e quindi la professione in futuro sarà al femminile – aggiunge la consigliera OMCeO Campobasso Antonella Giordano che presiede la commissione Pari Opportunità – Se le donne si devono occupare anche della famiglia, dei genitori anziani e dei figli, affinché ci siano pari opportunità sarà necessario potenziare il welfare, oppure gli uomini dovranno essere più presenti e condividere tutto ciò di cui le donne, per secoli, si sono occupate”.

Molte le proposte emerse all’interno del Forum come risposta alle problematiche sollevate: orari flessibili e personalizzati, smart working, sviluppo delle forme diversificate di part-time, ma anche esonero da turni notturni e nei weekend per le lavoratrici madri o per chi si prende cura degli anziani, priorità d’impiego flessibile per i genitori con figli minori di 12 anni, aumento e incentivazione del congedo di paternità, asilo aziendale a tariffe agevolate.

 

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