Una campagna social e due corsi di formazione a distanza, uno più generale e uno sulle tecniche di de-escalation e di gestione dell’aggressività e dello stress: sono queste le nuove iniziative messe in campo dalla FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per prevenire le aggressioni contro gli operatori sanitari, annunciate oggi alla vigilia della Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari.

Le categorie maggiormente interessate dal fenomeno sono state quelle dei medici (34,7% sul totale della categoria), degli infermieri (32,9%) e dei farmacisti ospedalieri (31,9%). L’87% ha subito aggressioni verbali, il 12% violenza fisica, il 3% molestie. La maggior parte delle aggressioni sono state perpetrate dai pazienti (47,6%) e dai loro parenti (42,3%). Oltre il 90% degli episodi di violenza hanno avuto luogo all’interno delle strutture ospedaliere. Il rischio di aggressione è risultato superiore in occasione del turno notturno (35,1%).
Di particolare interesse i dati sulle cosiddette Unità Operative “difficili”, Case circondariali e REMS, le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza: in queste ultime, la percentuale di operatori sanitari aggrediti sale all’81%.

“A livello nazionale – continua Anelli – sono di stamattina i dati diffusi dal Sindacato Anaao-Assomed: l’81% dei medici che ha risposto al suo sondaggio riferisce di essere stato vittima di aggressioni fisiche (il 23%) o verbali (77%). Mentre il sindacato Cimo-Fesmed stima in 2500 le aggressioni, denunciate, che si verificano ogni anno in sanità”.

“Bisogna intervenire – conclude Anelli – e bisogna farlo subito. Occorre dare piena applicazione alla Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori: le aziende devono adottare protocolli per segnalare alle autorità competenti tutti gli episodi di violenza, in modo da attivare la procedibilità d’ufficio. Occorre agire sulla sicurezza delle sedi e degli operatori. Occorre anche una rivoluzione culturale, per cui il medico torni ad essere visto come attore della relazione di cura, e non come bersaglio da colpire. Occorrono politiche di risk management, di formazione degli operatori, di comunicazione verso i pazienti. Da qui nascono le nuove iniziative di FNOMCeO, che mirano, da una parte, a formare e informare i medici e, dall’altra, a sensibilizzare la popolazione su questo fenomeno che è una delle cause di abbandono del Servizio sanitario nazionale da parte dei nostri professionisti. Ringraziamo il Ministro della Salute Orazio Schillaci, che abbiamo sentito accanto a noi per ridurre e prevenire il fenomeno, insieme al Governo tutto”.

La campagna: “Diciamo basta alla violenza contro i medici”

 

I corsi di formazione: “Conoscere per prevenire”

Sono due i corsi di formazione a distanza, gratuiti e accreditati nell’ambito del programma di Educazione continua in Medicina, messi a disposizione dalla FNOMCeO per informare i medici sulla violenza e la sua possibile prevenzione.

Il primo, “La violenza nei confronti degli operatori sanitari”, coordinato dal Gruppo di Lavoro FNOMCeO per la sicurezza degli operatori, è già on line da inizio anno: analizza le cause del fenomeno e le conseguenze fisiche e psichiche delle aggressioni, che non si limitano al momento dell’episodio ma che si trascinano nel tempo, con forme di ansia e depressione e di minore soddisfazione nell’attività lavorativa quotidiana.

Un’indagine tramite un questionario, elaborato dal Gruppo di Lavoro FNOMCeO per la sicurezza degli operatori, permetterà di avere un quadro d’insieme del fenomeno, monitorando le aggressioni fisiche e verbali, la messa in sicurezza delle sedi e il rischio di burnout dei professionisti.

Il secondo corso, on line dall’estate, sarà tenuto dallo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi e verterà sulle tecniche di de-escalation, di gestione dell’aggressività e dello stress, di comunicazione con pazienti e familiari.

È questo il terzo corso che vede come docente il collega Picozzi – commenta il Segretario della FNOMCeO, Roberto Monaco – dopo il corso “C.A.R.E” del 2019, sempre sulla prevenzione della violenza, e quello “A.B.C.D.E.” del 2020 sul burnout”.

“Particolare attenzione – spiega – sarà dedicata ai fattori di rischio, alle trappole mentali che non permettono di riconoscerli, alla valutazione di una situazione aggressiva in divenire per un intervento precoce. I partecipanti potranno apprendere tecniche di gestione dello stress, di valutazione dello stato mentale, di de-escalation e di comunicazione nei confronti di familiari e accompagnatori. Si parlerà anche del debriefing post evento – il trattamento psicologico dopo un trauma quale è appunto l’aggressione – e di come riconoscere i sintomi psicologici della violenza domestica”.

 

Ufficio Stampa FNOMCeO
informazione@fnomceo.it
11 marzo 2024

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