“LO STATO DI SALUTE DELL’ ART. 32 DELLA COSTITUZIONE IN MOLISE”

IL RESOCONTO DELL’EVENTO 

Si è svolto oggi al Circolo Sannitico l’incontro promosso da Salute Equità, col patrocinio del Comune di Campobasso. I lavori si sono aperti con il saluto istituzionale del Sindaco Dott. Roberto Gravina, che ha annunciato ai presenti e alla stampa l’accoglimento da parte del Consiglio di Stato del ricorso contro l’ultimo POS della regione Molise.

Il Referente dell’Associazione, Dott. Tonino Aceti, più volte in passato nel nostro capoluogo per Cittadinanza Attiva e Tribunale dei diritti del malato, ha tenuto un’importante ed esaustiva relazione sull’adempimento della nostra Regione rispetto a precisi indicatori sanitari nazionali. Partendo dall’obiettivo riscontro di numerosi anni di commissariamento per la Sanità, Il Molise è dal 2019 la penultima regione per i LEA, con particolare riguardo a screening oncologici e assistenza ospedaliera, situazione inevitabilmente in peggioramento durante la pandemia; ciò non è ascrivibile a un problema economico, dal momento che siamo in linea con i finanziamenti nazionali, ma a mancata organizzazione e inadeguata allocazione delle risorse. Per quanto riguarda i piani sanitari nazionali, il Molise solo formalmente costituisce gruppi attivi di lavoro e non adotta la metodologia del sistema di stratificazione, l’unico che darebbe contezza della situazione sul territorio, presupposto essenziale per interventi efficaci. Sono stati approvati ben 14 PDTA, che però trovano difficoltà nell’attuazione, in peggioramento dal 2017 al 2019, registrando importanti criticità per scompenso cardiaco e BPCO. Anche per l’ADI la nostra Regione non è messa bene, con 9 ore di assistenza rispetto alle 50 di altri territori; per la Telemedicina abbiamo avuto una sola esperienza prima del Covid, il Fascicolo sanitario elettronico è stato avviato ma poco utilizzato, per mancanza di comunicazione efficace e capillare. Abbiamo perso negli ultimissimi anni oltre mille unità di personale sanitario, risultando al momento solo 7,5 unità per 1000 abitanti rispetto ai 10,7 della Valle D’Aosta: ciò contribuisce a registrare la mobilità passiva più alta d’Italia, a fronte di ben 142 milioni di risorse a disposizione, non utilizzate.

Per il recupero delle prestazioni ambulatoriali non erogate ai pazienti cronici durante la pandemia, il crono programma molisano di fine anno 2022 è insufficiente, mancando di tappe e obiettivi intermedi, previsioni di rendicontazioni e Tavoli di monitoraggio. Senza un processo di “presa in cura”, anche ai fini dell’acquisto  di prestazioni dal privato accreditato, assisteremmo solo al moltiplicarsi di prestazioni onerose, inutili e inappropriate.

In tale scenario potrebbero quindi fallire i progetti regionali relativi al PNRR: sappiamo che il termine per la loro presentazione è stato fissato al 28 febbraio c.a., con possibilità di erogazione di ben 50 milioni come prima trance, ma a oggi non è stato ancora costituito un Tavolo ad hoc, non sono stati sentiti gli operatori sanitari, anche tramite i loro Ordini professionali, le Associazioni e tutti gli attori disponibili per processi riorganizzativi condivisi, essenziali nella governance, perché non lascerebbero spazio a polemiche e contenziosi per la loro naturale e sicura attuazione. Il POS, anche per mancata condivisione, è stato recentemente impugnato dal Comune di Campobasso. Tonino Aceti ha concluso evidenziando come, proprio per l’assenza di ogni confronto, il PNRR sia per il Molise una grande incognita, mentre in una regione piccola costituirebbe una sfida importante; paghiamo probabilmente lo scotto di carenza in Regione di professionalità e competenze e non abbiamo la cultura delle scelte condivise e giuste per tutti i cittadini. Nello stesso tempo dovremmo sollecitare la nomina del Sub-Commissario ad Acta, trovare soluzioni alla grave carenza di personale, ma soprattutto occuparci di PNRR senza accantonare tutto il resto.

Il DG ASReM Oreste Florenzano ha preso la parola dichiarando che gli adempimenti indicati sono appannaggio della Struttura Commissariale, che al suo arrivo ha trovato una situazione peggiore di quella evidenziata, che si è sempre mosso nell’obiettivo di risanare il bilancio e che sono in fieri i concorsi a Direttore di unità ospedaliere.

E’quindi intervenuto l’ex Senatore Giuseppe Astore lamentando la scarsa fiducia dei cittadini nei servizi sanitari e la mancanza della cultura della presa in carica del paziente, senza la quale il recupero di prestazioni slegate tra loro sarebbe inefficace e dispendioso.

La Consigliera Micaela Fanelli, nel ringraziare Tonino Aceti per i dati forniti, ha messo in evidenza le criticità di un annoso commissariamento scellerato e della nuova legge Balduzzi in un territorio così parcellizzato e con gravi carenze di risorse umane; dichiarando un sistema a scarsa trasparenza nella recente vendita di una struttura accreditata, ha invitato i decisori a una pronta concertazione sul PNRR e all’integrazione dei servizi socio-sanitari, in cui la parte sociale rappresenta in Molise la “cenerentola” della Sanità.

Il Presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche, Cristina Magnocavallo, augurandosi una tempestiva chiamata di collaborazione, ha parlato di Telemedicina e del ruolo degli infermieri durante il Covid, che con abnegazione hanno fornito al paziente, a domicilio, prestazioni sociali oltre quelle sanitarie, evidenziando così i loro reali bisogni sul territorio.

Il Dottor Giovanni Di Nucci, Direttore f.r. della Medicina ospedaliera di Agnone, si è dichiarato preoccupatissimo per le aree interne, dove a breve saranno carenti i servizi ospedalieri e territoriali, senza nemmeno la possibilità per i cittadini di ricorrere al privato, come attualmente avviene nei centri più grandi.

Per l’OMCeO di Campobasso, quale presidente CAM, ho confermato il mancato coinvolgimento del nostro Ente nell’elaborazione dei progetti per il PNRR, che segue al mancato riscontro negli anni di sollecitazioni, proposte e analisi delle criticità del SSR, inoltrate alla dirigenza regionale e aziendale. Fin dall’inizio della pandemia avevamo più volte espresso la preoccupazione per la drastica riduzione delle prestazioni per le patologie non-Covid, acute e croniche, suggerendo anche percorsi facilitati e alternativi nella specialistica ambulatoriale, essenziali per la cura dei pazienti che avevano difficoltà di accesso in ospedale. In tempo di pandemia diventava essenziale rispondere sul territorio ai numerosi bisogni di salute del cittadino, non certo azzerati dal Covid; abbiamo assistito invece, da osservatori privilegiati ma impotenti, a un vuoto assistenziale che nel tempo produrrà dannosi effetti, in termine di morbilità, mortalità e aumento della spesa. Se vogliamo andare al cuore del problema, l’art. 32 della Costituzione in Molise non gode affatto di buona salute: la causa maggiore della mancanza di equità e del diritto alle cure è sicuramente riconducibile al perdurare di un CUP non in linea con le direttive ministeriali, ormai vecchie di anni, che, unico in tutta Italia, non garantisce le prestazioni urgenti e assegna tempi biblici a quelle programmabili, tanto che sarebbe meglio affermare responsabilmente che in Molise non si può fare diagnosi sul territorio, essendo venuta meno la possibilità di eseguire qualsiasi esame strumentale in tempo utile. La maggior parte dei cittadini molisani è atavicamente rassegnata e non pienamente consapevole delle ripercussioni dannose sulla propria salute, molti trovano risposte nelle regioni limitrofe, quelli che possono permettersi di spendere ricorrono alla sanità privata. Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Ma in questo frangente doloroso non si tratta solo di pazienza, ma del bene più prezioso, la nostra salute …

Carolina De Vincenzo

Le slide di presentazione

L’intervista ad Aceti

 

Condividi