L’allattamento non è solo il dare da mangiare, è molto, molto di più. E’ protezione presente e futura, è coccola, è sollievo, è conforto, è un dialogo continuo e silenzioso, è tranquillità, è piacere, è la panacea a tutti i mali per un bimbo che vive i suoi primi anni in simbiosi con la sua mamma.

Per Roberta Tramontano, medico chirurgo a Campobasso che siamo orgogliosi di annoverare tra gli iscritti all’OMCeO Campobasso, specializzanda in radiologia e in cammino verso il conseguimento del titolo internazionale come consulente per allattamento, questo è un assioma di cemento. Il punto di partenza e il punto di arrivo nella sua azione di affiancamento alle mamme alle prese con la nutrizione dei propri piccoli.

E lo è soprattutto in questi giorni dedicati proprio al nutrimento più naturale del mondo. Dal 1 al 7 agosto si celebra infatti la Settimana mondiale dell’allattamento che quest’anno propone il tema “Proteggere l’allattamento: Una responsabilità da condividere”. “L’avvio dell’allattamento nella prima ora dopo la nascita, insieme all’allattamento esclusivo per sei mesi che continua con cibi complementari fino ai 2 anni e oltre, offre una potente linea di difesa da tutte le forme di malnutrizione infantile, che comprende ritardi nella crescita e obesità. L’allattamento agisce anche come primo vaccino per bambini e bambine, proteggendoli da molte malattie comuni dell’infanzia”.

Così in una nota congiunta Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità ed Henrietta Fore, direttore generale Unicef. La Settimana mondiale dell’allattamento, aggiungono, è “un momento per riflettere sugli impegni presi all’inizio di quest’anno, dando la priorità ad ambienti favorevoli all’allattamento per madri e bambini”. E chiedono che il personale sanitario abbia le risorse e le informazioni necessarie per supportare in modo efficace le madri e che i datori di lavoro garantiscano alle donne il tempo e lo spazio di cui hanno bisogno per allattare.

Sul territorio il discorso è fortemente sostenuto da coloro che all’allattamento si dedicano professionalmente. E la dottoressa Tramontano è una di loro. “Aiutare donne come me a vivere al meglio questa fase così delicata è una passione esplosa quando tre anni fa è nato mio figlio – racconta –  quando cioè il mio rapporto con la vita ha subito una meravigliosa metamorfosi portandomi a conoscere e vivere direttamente l’essenza dell’allattare. All’esperienza diretta ho legato lo studio e quindi le conoscenze scientifiche. E oggi sono punto di riferimento per tante donne che con me lo vivono appieno in maniera libera e serena”.

Sì, perché l’allattamento abbraccia temi, emozioni e concetti che superano la semplice poppata. “Diventata mamma più allattavo e più capivo che il seno per il mio bimbo era molto di più che fonte di cibo – spiega la dottoressa – Era la consolazione dopo uno spavento, la presenza ritrovata dopo la lontananza che per lavoro ci toccava, l’analgesico dopo una caduta e un pianto. E mi rendeva felice sapere che ovunque io avrei potuto nutrirlo, senza complicazioni e paure. Ho vissuto così bene la nostra esperienza di allattamento, che a tre mesi l’ho portato con me in crociera nei mari del Nord fino al Polo. Sembra incredibile, ma non lo è. Lui non ha mai patito nulla: si è sentito protetto e sicuro, non ha patito sbalzi di temperatura o spostamenti, né tanto meno le 20 e più ore di luce perenne che caratterizzano i mari del Nord, perché ha superato ogni difficoltà attaccandosi al mio seno e provando sempre e dovunque rilassamento e serenità”.

La protezione del latte materno non è ovviamente solo di carattere psicologico. La maggior parte degli anticorpi che vanno a far parte del nostro sistema di protezione entrano grazie a questa sostanza potente e misteriosa. Sì, misteriosa. Perché nonostante tutti i tentativi non è stato ancora possibile riprodurre il latte materno artificialmente: tutti i tentativi hanno portato a risultati lontani dalla realtà. Perché il latte materno muta continuamente, varia nelle sue componenti in base al bambino, alle sue condizioni di salute, al periodo, all’età.

“Il latte varia nel tempo nella sua composizione e quindi anche nel suo aspetto – continua l’esperta – Si adegua alle esigenze organiche del bambino, aumentando o diminuendo l’apporto proteico in base alle condizioni del momento, perché il sistema mamma-bambino è unico e si autoregola. Se il latte cambia colore non è perché va a male (come ancora purtroppo molti pensano) ma perché si è adeguato. Insomma, nulla avviene per caso: se il bimbo ad esempio è malato il latte muta e diventa più ricco in fattori immunitari specifici per la patologia in atto (ossia massimo apporto di proteine e fattori immunitari); un neonato che nasce da parto cesareo riceverà colostro per più giorni (con apparente ritardo della montata lattea) semplicemente perché quel bambino è più vulnerabile e ha bisogno di anticorpi in primo luogo e solo successivamente di incrementare il suo peso con un latte più calorico. Insomma la natura non lascia nulla al caso e orchestra tutto alla perfezione.”

Le conoscenze sull’allattamento aumentano di continuo perché gli studi non si fermano mai. Così tante convinzioni che fino a ieri hanno guidato il comportamento delle neo mamme sono diventate oggi soltanto simpatiche ma false credenze popolari: i legumi fanno aria alla pancia del bambino, il latte nel tempo diventa acqua, bere birra aiuta a produrre più latte, durante l’allattamento non si posso assumere farmaci. E proprio all’assunzione dei farmaci si lega un tema molto importante, legato al tempo che stiamo vivendo, che getta nelle paure più profonde le mamme in questo periodo. Devo vaccinarmi contro il Covid-19: smetto di allattare?

Con il bimbo a Capo Nord

“Assolutamente no. Non bisogna smettere di allattare per vaccinarsi – avvisa la Tramontano – I vaccini in allattamento si sono sempre fatti. Le proprietà del farmaco non lo rendono tale da poter essere assorbito, tramite il latte materno, dal poppante. Non è concepito per essere ingerito, ma per essere inoculato: dunque segue un altro percorso che non tange l’allattamento”.

Quello che il mondo celebra in questi giorni è un mondo di conoscenze ma anche di emozioni forti, un universo cha regola il rapporto madre-figlio dalla notte dei tempi e che mai potrà dissolversi finché la specie umana abiterà la terra.  Parlare di questo argomento, viverlo ed approfondirlo attraverso la ricerca scientifica fa parte del lavoro della dottoressa Roberta Tramontano, che non nasconde la soddisfazione che raccoglie ogni giorno attraverso l’affiancamento alle mamme.

“Il rapporto che sviluppo con le mamme genera in loro, e anche in me, una profonda serenità – conclude – La stessa che loro acquisiscono quando capiscono e arrivano a conoscere il valore profondo dell’allattamento. Che altro non è che piacere, semplicità, praticità”.

Condividi