Viaggerà su due binari il convegno “Incongruenza e affermazione di genere” organizzato dall’OMCeO di Campobasso che si terrà sabato 12 ottobre: quello strettamente scientifico, animato dai massimi esperti della tematica, rivolto a tutti i medici e al personale sanitario; quello della sensibilizzazione civile con un dibattito rivolto a tutta la cittadinanza. L’evento, realizzato dalla commissione Pari opportunità guidata dalla dottoressa Antonella Giordano, avrà sede a Campobasso, al Samnium Innovation Hub, in viale G. Ferro (Z.i.).

Il focus è sulla comunità LGBTQA+, ossia persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersessuali e asessuali nonché altre identità e orientamenti quali ad esempio non binari, gender fluid o pansessuali, dove il + indica la possibilità di inglobare altre identità di genere e/o orientamenti sessuali, per rendere la lista sempre più inclusiva. Persone che, nonostante l’impegno crescente delle istituzioni, subiscono purtroppo forti discriminazioni in ogni aspetto della vita quotidiana. E tra questi ci sono i servizi di carattere sanitario e assistenziale.

Ne parliamo con la dottoressa Michela Musacchio, Segretario dell’OMCeO Campobasso ed organizzatrice, insieme alla dottoressa Giordano, dell’iniziativa.

Dottoressa Musacchio, in che modo i pregiudizi sulle persone della comunità LGBT+ influiscono sulla loro salute?  

Le persone LGBTQA+ subiscono tuttora forti discriminazioni in ogni aspetto della vita quotidiana e in ogni ambiente ad essa collegato, come la scuola, la ricerca dell’alloggio, il lavoro e, drammaticamente, l’accesso ai servizi sanitari, con un’inevitabile ricaduta negativa sulla loro salute. Va poi considerato che le azioni discriminatorie innescano disagi psicologici e possono favorire lo sviluppo di patologie ad essi correlate che spesso portano questi pazienti ad isolarsi e ad allontanarsi dall’assistenza di carattere sanitario. E’ un problema reale che tocca non solo la sfera sociale ma anche la pratica medica: per questo abbiamo il dovere di informare e sensibilizzare sia il personale sanitario sia la popolazione su un problema non ancora abbastanza percepito. L’abbattimento del pregiudizio passa sempre attraverso il processo di conoscenza.

Quali risposte possono predisporre il sistema salute e i singoli medici di fronte al problema?

Tutto il personale sanitario deve essere debitamente formato: la presa in carico delle persone LGBTQA+ deve fornire percorsi di salute efficienti ed inclusivi. Occorre trasferire quanto più possibile un corretto bagaglio culturale, capace di agevolare e non ostacolare il loro percorso sanitario, affinché vengano rispettati i loro diritti, come tutti. Occorre un programma di formazione capace di dotare il professionista di tutti gli strumenti del caso: approcci, conoscenze in materia di patologia, linguaggio.

Quali strumenti abbiamo oggi per fare tutto questo?

Sicuramente le linee guida tracciate dall’Istituto Superiore di Sanità che mirano a migliorare la comunicazione da parte del personale sanitario con i/le pazienti LGBT+. Documento approvato dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere lo scorso giugno che affronta il benessere psicologico, la salute sessuale, i comportamenti legati alla salute, gli ostacoli all’accesso ai servizi sanitari, alcune pratiche inclusive, la creazione di un ambiente accogliente, l’attenzione alla riservatezza. E poi dobbiamo attivare l’ascolto attraverso una seria attività di inclusione nei nostri ambulatori, negli studi, negli ospedali.

Come si articola l’evento dedicato al personale sanitario?

Si compone di due sessioni scientifiche, una al mattino e una al pomeriggio, che affronteranno la materia sotto l’aspetto prettamente tecnico (assessment, diagnosi, terapie,…) e sotto diversi altri profili (giuridico, sociale, etico…) che inevitabilmente toccano la pratica medica. Cercheremo di approfondire l’argomento attraverso i contributi di diversi colleghi e di esperti che il tema lo studiano o lo vivono nella professione.

E poi c’è “Parliamone”, l’evento parallelo dedicato a tutti i cittadini. Come funzionerà?

Quello sarà un momento informativo cui parteciperanno diversi rappresentanti delle istituzioni, Comune di Campobasso, Regione Molise, associazioni. L’obiettivo è fare in modo che si parli delle esigenze delle persone LGBTQA+, che si creino occasioni di confronto, perché è l’unica via per superare gli ostacoli del pregiudizio e abbattere i muri dell’intolleranza. Abbiamo coinvolto le associazioni che operano per la tutela dei diritti LGBTQA+ e ascolteremo gli interventi di chi vive le problematiche, cercando di entrare nella quotidianità di chi vive il disagio della discriminazione. Ascolteremo testimonianze dirette e forniremo così occasioni di dibattito.

Ci auguriamo che tutti i cittadini raccolgano il nostro invito a partecipare, a porre domande, a sollevare questioni. Sarà un momento di libero confronto che occuperà la mattinata a partire dalle 9.30 e che non potrà che far bene a tutta la nostra comunità. Un’occasione in più per mettere in azione la nostra capacità di includere e di guardare la realtà oltre ogni barriera mentale.

L’OMCeO di Campobasso intende, anche con questo evento, ribadire il proprio impegno per la completa depatologizzazione dell’omosessualità, il contrasto attivo alle terapie riparative ed all’omofobia sanitaria, un’attenzione continua alla Medicina di Genere LGBTQA+ per garantire percorsi di accoglienza, prevenzione e cura e, infine, dare la massima visibilità alle azioni precedenti attraverso social media, mass media, comunicazione ufficiale, interviste e ricerche scientifiche.

Brochure INCONGRUENZA E AFFERMAZIONE DI GENERE

 

 

 

 

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