Filippo Anelli

Un patto tra stato e cittadino sulla Sanità. Occorre e anche subito. Il sistema sanitario va difeso perché il suo andare verso il sistema delle assicurazioni aumenterà il gap nell’accesso alle prestazioni. E in questo suscita molte preoccupazioni ’autonomia differenziata”. Così il presidente nazionale Filippo Anelli, ospite del grande evento sulla sanità di venerdì scorso 12 maggio a Campobasso, ha riassunto le posizioni della FNOMCeO in merito al diritto alla cura in Italia. Con la stessa determinazione è intervenuto in sala davanti ad un pubblico nutrito e composto da vertici ordinistici, sindacali e medici, da addetti ai lavori e cittadini. Tutti preoccupati per il destino di questo comparto.

Pino De Gregorio

Per l’OMCeO Campobasso, che ha organizzato l’imponente incontro, a tenere le fila c’era il presidente Pino De Gregorio. E la parola è andata subito alla vice presidente Giulia Terranova che con l’aiuto delle grafiche (qui allegate) ha esposto lo stato dell’arte di una sanità locale fragile e poco vicina a medici e pazienti. Lo ha fatto davanti al governatore Donato Toma, presente in veste di commissario, analizzando, dati alla mano, i nodi più evidenti: le forti di carenze di personale, le case di comunità che rischiano di diventare le nuove cattedrali nel deserto, l’assenza di servizi salvavita come l’elisoccorso. E poi i gravi ritardi in servizi fondamentali come il nuovo CUP, che non è ancora in grado di lavorare su una lista unica di richieste pubblico-privato (sistema integrato) e soprattutto che ancora non distingue le prestazioni in base all’urgenza (U/B/D/P).

Giulietta Terranova

Il risultato? Una visita urgente presentata il 14 aprile viene fissata per l’inizio di agosto – ha fatto notare la Terranova – E la grave carenza di personale aumenterà: nel 2025 conteremo altre 166 unità in meno, il trend negativo peggiore d’Italia. Perché pochi medici in Molise? Perché pochi rientrano? Abbiamo provato a darci qualche spiegazione: sicuramente ci sono la scarsa attenzione alle esigenze della categoria, affidamenti degli incarichi tardivi o assenti, nessuno stimolo di progressione dirigenziale, condizioni di lavoro a rischio con carichi di lavoro spesso insostenibili  e interlocutori sordi o disinteressati e – ha concluso la Terranova tra gli applausi dei colleghinessun coinvolgimento nei processi decisionali”.

Carolina De Vincenzo

La sanità in Molise è una realtà ormai sotto gli occhi di tutti per la presidente CAM Carolina De Vincenzo, portatrice anch’essa della voce e delle istanze dell’Ordine (intervento allegato). “Tra le cause di questa inarrestabile derivaha sostenuto nel suo intervento – la mancata previsione negli anni dei fabbisogni sanitari in una società che cambia e chiede nuovi modelli operativi del sistema, un’errata programmazione del fabbisogno degli operatori sanitari, prepensionamenti lautamente retribuiti, il progressivo definanziamento del pubblico e la sua mancata riqualificazione, la progressiva riduzione dei posti letto ospedalieri fino al 3,2/1000 abitanti contro la media europea del 5,3/1000”. E non solo: si aggiungono “le pesanti ingerenze della politica nell’operato dei dirigenti aziendali che non hanno attuato scelte di qualità e di efficientamento dei servizi, non hanno valorizzato le competenze del personale sanitario secondo criteri meritocratici”. E ancora la ricorrente accusa: l’assenza degli operatori sanitari nei tavoli decisionali, il cui contributo è essenziale nella riorganizzazione dei servizi. “Non si fa Sanità senza medici”.

E’ intervenuto Luca Brunese, rettore dell’Unimol che potrebbe ottenere altre due corsi di specializzazione; erano presenti alla tavola rotonda i massimi esponenti nazionali dei sindacati di settore di ospedale e territorio: Pierino Di Silverio (ANAAO ASSOMED); Pina Onotri (SMI); Antonio Magi (SUMAI-ASSOPROF); Guido Quici (CIMO_FESMED); Silvestro Scotti (FIMMG); Angelo Testa (SNAMI).

Nino Cartabellotta

Ivan Cavicchi

Ospiti d’eccezione insieme ad Anelli sono stati Nino Cartabellotta (via web) presidente della fondazione Gimbe e Ivan Cavicchi esperto e divulgatore che di recente ha pubblicato il libro “Sanità pubblica addio: il cinismo delle incapacità”. Un intervento assolutamente pessimista e anche arrabbiato sulle sorti della salute pubblica ormai irrecuperabile. Più possibilista Cartabellotta che ha parlato di interventi e di investimenti urgenti per evitare un disastro non solo sanitario, ma anche sociale ed economico. Il presidente di Gimbe ha illustrato l’esito degli studi più recenti (allegati all’articolo) e ha parlato del sistema delle cure come di un malato grave che si può ancora salvare, ma bisogna investire, di più e subito. “Negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria in Italia è stata in discesa o è rimasta al 6% del Pil – ha detto Cartabellotta – Il personale tra tagli e Covid si è ridotto, le liste d’attesa aumentate all’infinito. Le famiglie ricorrono al privato per pagare prestazioni che lo Stato dovrebbe garantire. Tanti, sempre di più, rinunciano a curarsi. E le regioni più ricche hanno chiesto l’autonomia differenziata, che sarà il colpo di grazia”.

E’ possibile rivedere tutto l’evento sulla pagina Fb dell’OMCeO Campobasso.

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