Vaccini per i bambini tra i 5 e gli 11 anni: la raccomandazione dei pediatri è netta. Per il loro bene va fatto e non bisogna avere paura di conseguenze. L’unica realtà da temere è l’ingresso del virus in un corpo che potrebbe non essere pronto a difendersi abbastanza e che potrebbe portarsi avanti le conseguenze dell’infezione per lungo tempo.

Per questo la SIP, Società Italiana di Pediatria si sta mobilitando per rassicurare i genitori con lo strumento più serio che possa esistere: la spiegazione scientifica competente. Perché è la ricerca scientifica che sino ad oggi ci ha permesso di buttare nel dimenticatoio malattie letali come tetano, difterite, polio e tante altre. Così mercoledì 19 gennaio, a partire dalle 14, Susanna Esposito, membro del tavolo tecnico Vaccinazioni e Malattie infettive della SIP, si metterà a disposizione delle famiglie con una diretta Facebook sulla pagina della SIP. E lo farà insieme a Guido Castelli Gattinara, presidente SITIP, la Società Italiana di Infettivologia Pediatrica.

Sarà possibile porre domande ed esporre dubbi e timori in piena serenità, perché è proprio sulla prossimità che contano anche i pediatri dei territori. Intanto i dati odierni (Gimbe) ci dicono che il Molise è al secondo posto in Italia per vaccinazioni 5-11 anni.

Debora M.L. Simonetti

La risposta sia da parte dei genitori sia da parte dei bambini stessi è in genere molto positiva – Spiega Debora M.L. Simonetti, pediatra dell’ospedale Cardarelli di Campobasso e vicepresidente SIP MoliseI nostri pediatri di base stanno lavorando molto sia nel promuovere la vaccinazione sia, per chi lo ha scelto, nel farla. A parte la paura della ‘punturina’, che devo dire in tanti non hanno più, i bambini hanno capito che il vaccino è importante per farli stare al sicuro”.

Hanno inoltre riscontrato gradimento e avuto successo le iniziative di animazione fatte nelle giornate dedicate alle vaccinazioni dei più piccoli, così come funziona la comunicazione alle famiglie se fatta con serenità, serietà e sicurezza sui contenuti che si trasmettono. “Perché i contenuti scientifici sono la base del nostro lavoro e ci conferiscono la sicurezza necessaria nel colloquio con le persone timorose – aggiunge la dottoressa Simonetti – E poi conta l’approccio con i più piccoli, che deve essere rassicurante, adatto alla loro età. Proprio ieri mi è capitato di accompagnare un bambino che mi voleva accanto a lui per fare il vaccino. Perché no? E’ stata una gioia vedere che nonostante la paura dell’aghetto aveva voglia di raggiungere l’obiettivo al più presto”.

Stiamo dunque viaggiando verso la copertura dai 5 anni in su, ma per i bimbi più piccoli? “Non ci sono indicazioni in merito al momento – aggiunge la dottoressa – Dobbiamo però considerare che si tratta della fascia numericamente più bassa perché colpita dal calo demografico e quindi influisce in maniera più limitata sulla totalità della popolazione; inoltre i primi mesi di vita, in alcuni casi anche oltre i sei, sono coperti dagli anticorpi naturali legati alla nascita prima e al latte materno poi. Il latte materno, non ci stancheremo mai di ricordarlo, è un misterioso mix di potenti anticorpi che madre natura offre gratuitamente a tutte le donne che hanno partorito, bisogna approfittarne il più possibile”.

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